Ecclesiastico e diplomatico francese. Fu ambasciatore in Polonia e alla morte di
Giovanni Sobieski appoggiò invano l'elezione di Francesco Luigi di
Borbone, principe di Conti (1697). Partecipò, in qualità di
rappresentante della Francia, alle conferenze di Gertruydemberg (1710) e al
congresso di Utrecht (1712) e nel 1713 fu fatto cardinale. Lasciò un
poema incompiuto,
Anti-Lucretius sive de Deo et Natura libri novem
(pubblicato postumo nel 1745), nel quale polemizzava con Lucrezio e con P.
Boyle, attribuendo loro la responsabilità dell'agnosticismo religioso del
suo tempo (Le Puy-en-Velay, Haute-Loire 1661 - Parigi 1741).